A: info-tempodelledonne@rcs.it
Buongiorno,
sono stata in questi giorni al tempo delle donne, sono una psichiatra farmacologa clinica lavoro in psichiatria da oltre 30 anni, e venerdì 10, ore 17, salone d'onore, ho assistito a un incontro sui problemi e gli interventi psicologici per la generazione Z .
L'ultimo intervento è stato di una giovane attivista per la tutela dei diritti del malato che ha parlato di servizi di psichiatria. Fino a quel momento erano stati trattati solo questioni di carattere psicologico con interventi da parte di influencer e di psicologi che parlavano di questioni psicologiche dei giovani e del modo più corretto per affrontarli, parlando di psicoterapie e di accesso alle cure. Nel momento in cui però è intervenuta questa giovane attivista si è passati a parlare di problemi psichiatrici e qui sono nati i problemi.
Le affermazioni fatte durante l'intervista sono state confuse e fuorvianti, non si è fatta differenza tra problemi psicologici fino a quel momento trattati e psichiatrici, non si è fatto alcun riferimento alla natura della patologia psichiatrica, a volte gravissima, a come funzionano i servizi (si è parlato di SPDC e CPS senza dire cosa sono), sono state usate parole sbagliate rispetto all'uso dei farmaci e della contenzione, si è persino parlato di elettroshock facendo credere alla platea che l'elettroshock sia una pratica comunemente usata all'interno dei servizi di psichiatria, cosa che non è affatto vera. I problemi di tipo psichiatrico non sono quelli psicologici trattati fino a quel momento. I pazienti psichiatrici non sono quelli degli sportelli a scuola, i pz ricoverati nei servizi- di questo si è parlato! ma con quale cognizione? e senza alcuna moderazione da parte dall'intervistatrice- sono pz schizofrenici acuti, psicotici persecutori deliranti, pazienti in fase maniacale per un disturbo bipolare, o pz con gravi disturbi della condotta a seguito dell'uso di sostanze che trasformano le persone in soggetti violenti e aggressivi. Nessuno lo ha detto. Le informazioni che sono state date alla platea sono state del tutto errate e fuorvianti, dettate dall'urgenza di denuncia di una persona, ho poi saputo dalla giornalista stessa, con motivi personali di risentimento verso la psichiatria, e hanno sicuramente dato l'impressione che la psichiatria italiana sia un inferno. Le questioni riportate dall'attivista sono giuste, sacrosante, ci sono stati gravi episodi di abuso e violenza, sono ben note purtroppo, i problemi nei servizi psichiatrici ci sono, ma il tema della psichiatria non può essere trattato alla stregua dei problemi psicologici da psicoterapia su tik tok o sul lettino, con continua confusione dei termini, non senza darne la giusta descrizione, non ultima quella dell'enorme sacrificio, anche personale, dei medici psichiatri, spesso costretti a lavorare in grave carenza di personale.
Esistono regole nel giornalismo? come è possibile non sapere che l'intervistata avrebbe parlato di psichiatria e in termini rivendicativi personali e non obiettivi, se lavora proprio in questo campo?
Il corriere ha fatto cattiva informazione, le persone della platea hanno ricevuto informazioni sbagliate, direi terrorizzanti, non credo sia stato un buon servizio alla comunità.
risposta: nessuna
rimane un mistero per me il motivo della persistente tendenza ad invitare Aurora Ramazzotti per parlare di qualsiasi cosa.
viene invitata per parlare di problemi psicologici e loro soluzione e per le molestie sessuali di strada.
un giorno ha scritto un post. è sufficiente per farne un'esperta? viene invitata e viene pregata (e suppongo pagata) di dire la sua.
perchè?
qual è la sua qualifica su questi temi?
qual è la sua formazione su queste questioni?
cosa avrà mai da dire, in pubblico, tanto da essere ripetutamente invitata a parlare?
cosa?
è ovvio, tutti lo sappiamo, non ha nulla.
non ha alcuna formazione, non ha alcuna qualifica, non ha fatto studi, non ha se non la sua privilegiatissima vita.
ha solo una cosa.
l'immagine, riflettente luccicante, della sua posizione sociale. che non è una posizione sociale particolare, è solo una posizione d'immagine che le viene dall'essere nata dentro un sistema mediatico che l'ha cresciuta - come moltissime e moltissimi altri che come lei non si sforzano di togliersi da quel destino - preparandola a un mondo fittizio virtuale di immagine che deve vendere ogni giorno. perchè di questo vive, non del saper fare, ma dal vendere l'immagine di sè.
e questo al mondo, ben più misero di lei che cavalca l'onda, basta.
ne sa qualcosa? no, è solo immagine di qualcosa. e lì dentro possiamo metterci di tutto.
al corriere del tempo delle donne basta e avanza. informazione? ma no, solo vendita delle copie del giornale. cosa c'è dentro? ma dai chi se ne frega, c'è aurora ramazzotti.
peccato che si facciano molti guai a inseguire l'immagine e non la sostanza.
mi sembrano le conseguenze dirette della tragica esperienza pentastellata che ci accompagna ormai da anni, mi sembra la irrisolvibile conseguenza dell'uno vale uno. chiunque, ma se dotato di immagine social a maggior ragione, può dire di tutto. le competenze scompaiono, le immagini tv e i rotocalchi e la vita in diretta prevalgono.
è il mondo che vogliamo.
all'intervista dell'attivista dei diritti del malato si affida, il corriere della sera affida, la storia dell'attuale crisi della psichiatria italiana.
risultato? una tragedia di informazioni false e sconnesse, sbagliate e non dettagliate.
è stato molto interessante contattare la giornalista che ha "condotto" l'intervista. ho cercato un suo contatto, una mail, ma ho solo trovato instagram. le scrivo e le spiego che la sua iniziativa ha fatto un danno di comunicazione, dice mi dispiace. insisto e lei mi dice cosa vuole da me? comincia a trattarmi come fossi una hater. e qui sta il bello. non le interessa valutare l'errore. mi sono presentata e le ho dettagliato i motivi della mia protesta. ma non le interessa interrogarsi a seguito di quel che le propongo - c'è da dirlo? educatamente-, l'importante è scansarmi e mi mette addosso il vestito dell'odiatrice virtuale. cioè mi attribuisce l'odio come sistema, per lei di sicuro effetto, di protezione della sua incompetenza. " ma non avevo previsto di parlasse di psichiatria"...delle due l'una o c'è o ci fa...non sai che la mental health advocate parlerà di psichiatria? "ha un problema personale legato al fratello" pure ingenua mi dice che la sua ospite parla da una posizione di rabbia personale. le dico che il suo mestiere ha delle regole e mi ribatte che sono una vigliacca a parlarne su instagram.
ci fosse stato un dibattito mi sarei messa sul tavolo a parlare, ci fosse stata una mail avrei scritto alla redazione della 27a ora e del corriere stesso (ma non dispero di riuscirci).
la giornalista, chiamiamola così, mi dice a sua difesa cose che la accusano, di rimbalzo, di incompetenza e si difende dalla mie osservazioni dandomi della hater. preventivamente. tu mi odi e non conta che io non sappia fare il mio mestiere. tu mi odi quindi non conta che io non sappia. tu mi odi quindi ho ragione io.
è questo il mondo che abbiamo costruito.
una montagna di incompetenze che pretendono di dire la verità.