bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

domenica 18 aprile 2021

l'amicizia della Avallone

 mentre la primavera esplode 



mi tocca finire il romanzo di Silvia Avallone, Un'amicizia.

lei, povera tusa, mi è anche simpatica quando la sento parlare, non mi dispiace quando parla della strage della Stazione di Bologna e ne fa un racconto giornalistico intimo.

al solito certi scrittori, come anche Giordano, non li disdegno quando scrivono sui giornali, ma è meglio che non scrivano libri.

l'Avallone produce solo sul tema della provincia, è il terzo sulla stessa scia di Acciaio, questo mi rende subito claustrofobica la sua scrittura.

il libro è povero di tutto, ma non è povero del suo ego.

i personaggi non esistono, sono falsi, non hanno voce propria, sono stentati e incerti, sono farciti di informazioni contemporanee che non sono le informazioni dei personaggi, sono solo la voce della Avallone che parla e parla e parla. come per quella tragedia de Il colibrì di Veronesi. assisto a una scrittura italiana che non sa sollevarsi al di là della scrivania di chi scrive e dei loro gusti sbandierati, la Avallone sovrasta su tutto, la sento sentenziare sul web, sul Morandi, sulla letteratura, la sento fare la brava scolara che cita Sereni e Penna, è ovunque e francamente mi disturba. non esiste una storia, non esistono i personaggi, nulla decolla, nulla va oltre la necessità di sentenziare, di dare opinioni e giudizi, la storia non racconta, è parlata dalla sua autrice che non sa stare zitta un minuto. vi basterà sapere che un operaio toscano di T, fidanzato improbabile della diva Beatrice, vive di poco e niente, ma nulla ci è veramente dato sapere di lui, se non che la sera si guarda e riguarda, sembra di continuo e per anni e anni, i film di chi?? dei Vanzina? di Gianni e Pinotto? no, di Miyazaki!! sicuri che piacciano a lui? o piacciono alla nostra strabordante e impicciona scrittrice che ama farci saper cosa lei si guarda (e conosce) nelle interminabili giornate della pandemia??

mi sono stufata e sono affranta di questa assoluta povertà letteraria italiana che ci affama-

vi saluto per sempre e inizio la Guarda Bianca di Bulgakov (e intanto ascolto dalla voce di Tommaso Ragno Vita e Destino di Grossman).

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