quale sarà il mio domani,
vedo una larga strada
che sale
dal cuore d'una città sconosciuta
verso gli alberi alti d'un antico giardino.
Sole, sole violento
e in fondo
le ombrelle nere dei pini
che macchiano l'azzurro.
S'agita nella strada
una folla d'ignoti passanti:
ma nessuno mi guarda,
nessuno mi chiede
di me,
del mio pianto,
di tutto il pianto
che fu versato
quando dovetti lasciare
il mio paese lontano.
...
Antonia Pozzi
con questa poesia si conclude un film che ho visto: Il mio domani, di Marina Spada, una regista milanese che conosco dai tempi di Poesia che mi guardi, un film su Antonia Pozzi che, come è chiaro, è una grande passione che condivido con questa brava, e per lo più sconosciuta, regista. anzi, a dire il vero, il primo suo film che ho visto, ormai nel 2007, è Come l'ombra, una triste storia sulla solitudine milanese di due giovanni donne.
il film terminava, anche in quel caso, con un frammento poetico: "come l'ombra si stacca dal corpo, come la carne si stacca dall'anima, così voglio essere dimenticata", Anna Akmatova. e ho detto tutto.
la Spada ha alcuni grandi talenti che me la rendono veramente congeniale. oltre alla poesia, con cui sottolinea, alimenta, nomina e conclude tutti i suoi film che ho avuto il piacere di vedere, anche la fotografia e Milano. i suoi film sono girati a Milano, guardata scandagliata fotografata in modo intenso e profondamente intimo, in un rapporto di grande confidenza e conoscenza.
per me è sempre emozionante ritrovare la mia città nei film.
i suoi film hanno una fotografia particolare. molto essenziale, scarna, definita. nulla di sfumato, di accennato, di edulcorato. è come se la verità delle cose non fosse mediata, ma arrivasse diretta senza difese.
Marina Spada l'ho sentita parlare un anno fa a Fotografica, la rassegna annuale della Canon a Milano. parlava di questo film, ne presentava appunto la ricerca fotografica, e lei mi è sembrata come i suoi film. diretta, schietta, senza mediazioni. lei e il suo cinema sono totalmente démodé, alla ricerca di una firma propria, di una regia d'autore.
apprezzo molto la sua narrazione cinematografica, per lo più in ricerca di figure femminili, e anche in questo caso mi è piaciuta la storia di Monica, tanto che pure la Gerini mi è sembrata all'altezza della situazione, meno appariscente privata del suo biondo mediatico ma molto più autenticamente bella. così sola, totalmente sola, incapace di relazione con l'altro, sempre paludata, oppressa da un padre ossessionato da dio e privata di una madre dolorosamente instabile e inaffidabile. cerca la sua strada nel suo lavoro, nei corsi di fotografia, negli autoscatti, nel rapporto con un nipote stordito dalla sua età infame, ma si ritrova persa nella Milano che si agghinda di grattacieli nuovi specchiati e altissimi in attesa dell'Expo. alla fine ritroverà, come la sua città, il senso di un mutamento, di un viraggio, di una ricostruzione in previsione di un futuro migliore, il suo domani.
per me è sempre emozionante ritrovare la mia città nei film.
i suoi film hanno una fotografia particolare. molto essenziale, scarna, definita. nulla di sfumato, di accennato, di edulcorato. è come se la verità delle cose non fosse mediata, ma arrivasse diretta senza difese.
Marina Spada l'ho sentita parlare un anno fa a Fotografica, la rassegna annuale della Canon a Milano. parlava di questo film, ne presentava appunto la ricerca fotografica, e lei mi è sembrata come i suoi film. diretta, schietta, senza mediazioni. lei e il suo cinema sono totalmente démodé, alla ricerca di una firma propria, di una regia d'autore.
da questo film è nato anche un libro di fotografie curate da Gabriele Basilico.
suona, jazzata, e se domani...
E se domani
io non potessi
rivedere te,
mettiamo il caso
che ti sentissi stanco di me
quello che basta all'altra gente
non mi darà
nemmeno l'ombra
della perduta felicità.
E se domani
e sottolineo "se"
all'improvviso perdessi te
avrei perduto il mondo intero
non solo te.
c'è tutto in questo domani.
6 commenti:
Rileggendo, ora, il testo di questa bellissima canzone mi sono salite le lacrime negli occhi e so da dove vengono: sto/stiamo vivendo un momento particolare della nostra vita sentimentale, la tristezza ci avvolge non come miele ma come una nebbia fitta. Spero che quel "se" rappresenti solo una remota eventualità, non perderei il mondo intero ma certamente un bellissimo pezzo della mia vita.
Ma bando alle ciance e torno all'oggetto del tuo post: mi fai pensare a Milano come a un luogo bello e solitario, lontano, molto diversa dalla Milano di cui si sente parlare, e come sempre apri una finestra nuova nel giorno di chi ti legge.
Non riesco a non ripetermi: grazie :)
preziosa segnalazione, come sempre :-)
ma... ma... ma... ti ho dato un film che avevi già visto e non mi hai detto niente?!? :-)))
ma che tristezza nel tuo giardino, Enzo. il "se" che ti tocca ora, è entrato nella sfera sentimentale di molte, forse tutte le coppie. prima o poi. mi farai sapere che posizione ha preso il tuo, nel vostro discorso amoroso.
Milano probabilmente la vedo molto più bella di come è. c'è anche da dire che si sta trasformando sotto i miei occhi, moltissimo e velocissima, nuove aree, nuovi quartieri. a me piace. e ci trovo così tante cose...che quasi mi dimentico di tutte quelle che perdo.
grazie a te, sei sempre così gentile.
pesa buoasera.
ma no, se parli di "poesia che mi gaurdi l'ho visto" tramite il tuo dono. non capisco perchè tu abbia pensato diversamente...
io parlavo di "come l'ombra" e ho fatto quel pensiero perchè hai scritto di averlo visto nel 2007. o almeno io ho capito così e tu magari intendevi che il film era del 2007 :-)
anche se così fosse stato ci siamo diretti casualmente, e indipendentemente, nella stessa direzione. una coincidenza in più :-)
'notte
non ho capito niente di quel che hai scritto.
il film l'ho visto al cinema nel 2007 ma credo sia del 2006. e tu non me lo hai mai dato, almeno non mi ricordo proprio che tu mi abbia dato un cd con quel film. sono smemorata? vabbè dai non importa...
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