bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

venerdì 6 maggio 2011

dalì-gnamente

"Quando entrai all' accademia, studiai le biografie dei grandi pittori e compresi che il loro successo non era dovuto soltanto a ingegno ma alla stravaganza del vivere, a un' accorta pubblicità. (...) Sono uno studioso delle leggi che governano la pubblicità la quale è direttamente proporzionata al successo. Mi dimostri che si può diventare celebri con l'umiltà e io sarò umile" (Salvator Dalì intervistato da Oriana Fallaci, 1961)


"Se sapesse che noia, questi baffi. Per incollarli così devo usare una miscela che puzza. La notte, poiché detesto il tirabaffi, mi cascano giù, mi finiscono in bocca e nel naso. Li odio. Salvador Dalì, se li odio! Ma se taglio i miei baffi, se gli altri non parlano più dei miei baffi a punte flosce, arricciate, abbassate, doppie, orizzontali, verticali, dove va a finir la leggenda? La pubblicità è essenziale al mio personaggio: al mondi ci son troppi pittori e anche bravi." (Salvator Dalì intervistato da Oriana Fallaci, 1961)


Dalì non mi è simpatico. e la mostra di Milano non mi ha aiutata a rivedere la mia opinione, semmai l'ha confermata.
oltre all'eccentricità ad oltranza, ovvero la costruzione metodica del personaggio pubblico, non mi piacciono l'opportunismo politico, la venerazione-provocatoria ma non troppo- del denaro,  e un certa vena retorica ed enfatica sul dolore nel mondo che, dal mio punto di vista, è in forte contraddizione con la sua vena utilitaristica di adesione al modello pubblicitario. è una di quelle situazioni in cui il bisogno di sfondare con l'immagine e l'imposizione narcisistica del sè offuscano il pensiero sottostante, magari autentico e anticonformista, confondendolo causa inquinanti compromessi con il consumismo. almeno questa è la mia impressione. magari è stato solo un uomo del suo tempo, un tempo pop cattolico e franchista, mica facile...

la mostra di Milano ha forse avuto il pregio di una presentazione intelligente. non so se il percorso presentato sia aderente a un percorso storico mentale di Dalì, ma mi è apparso intuitivo e intelligente, per me educativo. un percorso che ho intrapreso fiduciosa, nel senso che ci ho creduto, ricambiata dalla visione guidata di un'arte quanto meno originale. è stato un breve viaggio tra i paesaggi della memoria e dell'assenza attraverso stanze del male, dell'immaginario, dei desideri, dei silenzi e del vuoto.
"dopo essere incantato dallo spettacolo del tuo paesaggio prediletto ti ordino di non rivederlo più. Deve rimanere sepolto nella tua memoria."
non so se Dalì sia un buon pittore, tecnicamente parlando, ma personalmente questo aspetto mi interessa fino a un certo punto, mi attraggono la fantasia e il progetto di rappresentazione artistica dell'inconscio, tra surrealismo e metafisica.
e mentre non mi ritrovo assolutamente nel personaggio, ecco che la forma della sua pittura invece mi incanta. è possibile?

sarà che come si parla di inconscio, del suo volto e della sua geografia, irreversibilmente mi si risveglia tutto un mio mondo interiore, e gli orologi molli, le sovrapposizioni dei piani, la scomposizione dei volti, le ferite meccaniche dei corpi, le rappresentazioni teatrali della mente, i cassetti aperti sugli scenari di guerra, i paesaggi desertici con piccoli elementi umani  o marziani o tavolini apparecchiati per l'aperitivo della mente, i corpi abitati dai conflitti, i profili di guerra umanizzati e popolati di animali fantastici, le scacchiere di corpo e psiche, le crocifissioni sospese senza chiodi e senza sangue , porca miseria, mi piacciono.

"Il Cielo, ecco quello che la mia anima ebbra d'assoluto ha cercato durante tutta una vita che a certuni è potuta sembrare confusa e, per dirla tutta profumata dello zolfo del demonio. …Il Cielo non si trova né in alto, né in basso, né a destra, né a sinistra, il Cielo è esattamente al centro del petto dell'uomo che possiede la fede. P.S. In questo momento non possiedo la fede e temo di morire senza Cielo."




"Pittore non sforzarti di essere moderno. E' l'unica cosa che sfortunatamente, comunque tu agisca, non potrai evitare di essere"

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