
non so, qualcosa non va.
circolo "culturale", medici psichiatri psicanalisti.
sono stata invitata.
forse qualcuno si aspettava che io dicessi qualcosa?
è probabile.
io ho parlato, la mia voce non si è sentita però.
qualcosa proprio mi ha impedito di aprire bocca.
intanto ero l'unica donna.
donne ce n'erano, ma la mia sensazione era di essere l'unica donna.
il che mi ha spiazzato, per una volta mi sono sentita una bambola.
forse non mi era mai successo.
mi sono sentita una bambolona con gli occhioni, la gonna e i tacchi alti in mezzo a un circolo di sapientoni e di donne con le scarpe da ginnastica e il dolcevita punitivo.
in un momento in cui qualcuno mette a dura prova la mia convinzione di essere una creatura pensante, guarda caso mi sono trovata in una situazione in cui la mia fisicità era stridente in un ambiente dove circolava, apparentemente, solo il pensiero.
poi chissà. gli uomini parlano di samurai zen e della medicina al traino dell'andamento delle priorità sociali del momento, ma forse le mie scarpe vertiginose e il mio vestitino scollato lo hanno guardato lo stesso.
gli uomini viaggiano sempre su un doppio binario. lo so bene.
mai trovata in una posizione di questo genere.
fatto la bambolona fino in fondo.
l'intelligentona è andata in pensione.
e poi non condividevo la visione così apparentemente pura buddista e consapevole della funzione medica. forse lì erano tutti così autenticamente colti consci e responsabilizzati ma non ho visto circolare l'unica cosa che ci salva dalla presunzione: il dubbio.
fatto la bambola fino in fondo.
sorseggiante lo spumante offertomi da qualcuno che mi conosce molto bene.
stridente.
confondente.
fastidioso.
me ne sono andata chiaramente a disagio.
non ero al mio posto, comunque.