
bella serata. si si veramente.
aperitivo. bar bianco, parco sempione, milano.
ottimo, bella serata, zanzare, solito happy hour indigesto.
nell'ordine: gente, persone, coppie, chiacchiere, governo, politica, educazione, insegnanti, giovani, figli.
discussione: scuole private.
bum. e' la fine.
ci sono un paio di argomenti ch mi infiammano come un falo' in pieno agosto.
cio' che gira intorno alla privatizzazione accende la miccia ed e' finita.
l'accoppiamento SCUOLA con PRIVATO poi proprio innesca, nello specifico, la reazione chimica che non mi rende simpatica alla gente.
il problema e' che nessuno, e dico nessuno, e' mai stato in grado di rispondere in modo convincente alle mie argomentazioni.
quindi inutile lamentarsi con me.
io vorrei incontrare qualcuno, quanto lo vorrei, che mi dimostrasse in modo credibile che scuola, o ospedale, associata al concetto di privato possa portare a una valenza che dico valida, che dico positiva, anche solo vagamente accettabile.
ma non c'e'. non l'ho ancora incontrato.
e meno lo trovo, quel qualcuno, e piu' la gente farfuglia motivazioni che non hanno fondamento, e piu' mi accendo. perche' non si puo' portare il niente a sostegno di un'idea.
se non una cosa che si chiama paura.
ma nessuno da nome a questa cosa chiamata paura, mancanza, assenza.
lo sanno anche i paguri che privato non e' garanzia di competenza. negli ospedali e nelle scuole le eccellenze sono nel pubblico. perche' chi lavora nel pubblico fa del proprio mestiere un servizio civile di crescita fondamento prosperita' e investimento sul futuro. chi raggiunge l'eccellenza in campo medico e letterario non lavora alla clinica Columbus ne' al liceo Leone XIII, ma al policlinico di Roma Milano e Bologna e all'universita' Statale e anche o soprattutto nelle scuole materne e primarie della zona 8 di Milano. questi sono i capolavori dell'arte italiana, li' si coltiva la cultura e l'insegnamento, non nei corridoi delle scuole orsoline. o al CEPU. poi si, ci sono anche la Bocconi e la Cattolica, private per carita', ma l'apprendimento universitario e' gia' volto a un pubblico adulto, teoricamente formato, sul piano cognitivo e idetico, presumibilmente orientato in modo consapevole alla scelta di una cultura superiore. poi si ci sono gli insegnanti, categoria a rischio burn out, senza speranza senza fuoco senza ispirazione e quelli piegati dai vandalismi giovanili. ma questo vale ovunque. pubblico e privato.
lo sanno anche i gechi che l'estrazione sociale, che ti permette di sborsare dagli 8 ai 10.000 euro all'anno, non e' garanzia di frequentabilita' per i propri figli. c'e' ancora qualcuno che crede che il figlio del Suv con filippina fissa e armi in casa o cellulare a 10 anni sia garanzia di migliore educazione del figlio di operai? davvero? o chi spera che nelle aule dei salesiani giri meno cocaina che al Vittorio Veneto? davvero?
mi dicono, gia' scarichi di pallottole: ma al Leone ci sono 7 paleste all'interno della scuola, e' comodo e i bagni sono puliti. ottimo motivo, a Milano, per spendere una cifretta cosi' e inviare il 14enne in busta chiusa nel privato.
e chiedo: i centri sportivi mancano? penso si possa fare anche il Kyudo (tiro con l'arco zen) in questa citta'. e' qualcosa, lo sport, che non e' altrimenti reperibile se non nella scuola a pagamento? e' un bene carente che da valore alla scelta del privato?
oppure: li' sono protetti, dalla societa', dagli scioperi (ancora??), dalla brutta gente. a parte il fatto che ho appena riflettuto con queste gentili signore, e relativi mariti, che privato non vuol dire brava gente, mi permetto ancora di insistere che la scuola e' solo uno dei momenti, se pur importante, della vita di un liceale adolescente.
poi c'e' tutto il mondo fuori...ed e' aperto, non ha aule ne' confini.
ma a scuola ci stanno tanto, insistono...si certo, alle elementari, con il tempo pieno -finche' c'e'-, ma alle medie e poi al liceo, figuriamoci. le giornate dei ragazzi si allungano cari i miei genitori...la scuola e' di mattina, poi ci sono i pomeriggi, la sera, e la notte, sempre piu' lunga, sempre piu' attraente. la socialita' di un ragazzo si sposta sempre piu' verso l'esterno della scuola e delle mura di casa e si insinua nel reale, nella notte, nella scoperta dei luoghi "altrove".
la scuola non protegge da niente, la scuola non e' il luogo dell'educazione, ma solo dell'insegnamento e dell'apprendimento.
e poi mi dite il senso di una scuola che protegge dal brutto mondo fuori quando, oggi, in casa, via web, ci portiamo tutte le brutture e gli abbruttimenti possibili? li difendiamo da cosa? se poi via internet navigano su violenza, porno, giochi on line, pocker e chat sado maso? ma di cosa stiamo parlando?? da dove viene la protezione? dai muri pitturati di fresco della 2A ginnasiale o dall'osservazione critica del mondo?
a questo punto sono tutti adirati con me, le donne mi dicono che non so discutere e balbettano che che sono estremista arruffate dai miei modi ma a corto di parole che non siano luoghi comuni, i mariti mi guardano un po' allibiti non sanno se credere ai tacchi e alla scollatura o al mio linguaggio. c'e' o ci fa?
qualcuno mi da della marxista. e mi sta anche bene.
alla fine mi guadagno l'odio di tutta la platea della nuova ex borghesia milanese che si interroga su come spendere quei pochi euro che avanzano dopo aver acquistato al proprio figlio qualunque oggetto di consumo, dal cellulare (si comincia presto ormai) all'ultima play station al motorino alle scarpe giuste e i vestiti di Abercrombie, senza insegnare niente ai propri figli sul valore del desiderio, della conquista dell'oggetto desiderato, del valore del tempo e della pazienza, della disciplina elusa dai genitori ancora prima che dai figli, consegnando tutti gli oggetti di consumo pensabili e barattando la felicita' consumistica per quella esistenziale, creando il vuoto che non si colma mai.
alla fine mi impiccherebbero ad un albero quando sostengo che l'errore di fondo, di chi crede di fare buona cosa consegnando i propri figli all'inzio di settembre alla scuola privata piu' esclusiva di milano e' di credere di poter correggere un'educazione che manca in seno alla famiglia.
questi padri e queste madri mancano al proprio ruolo educativo, non consegnano ai propri figli gli strumenti critici per discernere le buone dalle brutte compagnie, non sanno insegnare il sacrificio e la conquista, predicano la cattiva abitudine del fumo con la sigaretta in bocca da quando li allattano, urlano alla spesa di 200 euro per un paio di scarpe da ginnastica della durata di un anno scarso con la cabina armadio stacolma di scarpe tutte uguali e inutili in fila perfetta, mancano a un ruolo di formazione e di imitazione fondamentale per i propri ragazzi, non sanno insegnare l'eutonomia di pensiero e di comportamento in preda alle propie assolute dipendenze, e cosa fanno?
DEMANDANO il proprio ruolo educativo alla scuola. privata, che e' meglio, somiglia di piu' all'ambiente di casa. privata, perche' la pago e pretendo il servizio di lusso.
questa e' la paura. non aver educato e sperare che qualcuno, ben pagato, lo faccia al posto loro.
e' questa la scuola?
o un bene pubblico, rigorosamente pubblico, un bene fruibile pariteticamente da tutti, democraticamente condiviso, luogo sociale di apprendimento, bene nazionale da sovvenzionare e sostenere per credere nel nostro futuro, migliore?
se poi penso che questo governo di ignoranti e improvvisati politicanti dell'ultima ora, ladri di lauree pagate a basso prezzo, in scuole private che puzzano di mafia e della peggiore produzione italiana di nozionismo a basso costo, usa i miei soldi per sovvenzionare le scuole private, togliendo fondi a cultura e insegnamento pubblico statale di pregio e tradizione, se penso che i miei soldi vanno nella direzione del sostegno della sottocultura a scapito della dedizione e del servizio pubblico sovrano di una Repubblica degna di questo nome...che dite..
..mi invitano ancora??