chissà dove sei andata.
di certo non sei più qui.
la gente muore Donatella.
non si può vivere pensando alla propria morte, non si può.
ma nemmeno ci si deve dimenticare che la morte esiste e appartiene alla vita.
non si può vivere pensando che si può essere recisi con un colpo netto
ma è sano, salutare, pensare che il profumo si coglie finchè c'è vita .
il tuo profumo lo ricordo bene, te l'ho detto proprio giovedì
e ce l'ho addosso. l'ho comprato venerdì e volevo fartelo sentire questa mattina.
questa mattina ti ho pensata, con un profumo di ambra.
le telefonate a volte sono delle lame che tagliano la carne.
ho pensato al dolore che tutto questo provoca in noi che rimaniamo
ho pensato a gabriella che oggi non è venuta al lavoro
ho pensato a leo che ti ha vista morire per poi rimane vivo.
vivo?
io non devo dimenticare
io voglio dei segni sulla mia pelle
sulla pelle
segni penetranti e sanguinanti
che mi ricordino
per
ogni
singola
recisione
ogni volta
che vivere
è
un
impegno
assoluto.
per chi muore, così, come te.
L'ALTRO
Il tuo prossimo
è lo sconosciuto che è in te, reso visibile.
Il suo volto si riflette
nelle acque tranquille,
e in quelle acque, se osservi bene,
scorgerai il tuo stesso volto.
Se tenderai l'orecchio nella notte,
è lui che sentirai parlare,
e le sue parole saranno i battiti
del tuo stesso cuore.
Non sei tu solo ad essere te stesso.
Sei presente nelle azioni degli altri uomini,
e questi, senza saperlo,
sono con te in ognuno dei tuoi giorni.
Non precipiteranno
se tu non precipiterai con loro,
e non si rialzeranno se tu non ti rialzerai.
Kahlil Gibran "Gesu' figlio dell'uomo"
mercoledì 18 febbraio 2009
martedì 17 febbraio 2009
Senza pelle
senza pelle
o senza testa
o senza cuore
senza
ho pensato e ripensato alla storie che sento ogni giorno.
ho immaginato la vita degli Englaro, una vita dedicata alla morte.
ho pensato alle misure eccezionali per tenere in vita la morte e quelle altrettanto eccezionali per dare vita alla morte.
ho pensato alle mostruosità che ho letto, ai senza cervello.
ho pensato alla mostrusità di certe morti, di cui nessuno si occupa MAI, e quanta dedizione invece ha meritato la vita morta di una morta 17 anni fa.
ho pensato quanta poca vita c'è in chi si spertica nel mantenere in vita la morte,
quanto terrore c'è a spegnere un lume già spento come se si stesse spegnendo il proprio,
a occuparsi svisceratamente urlando al massacro di ermellini e visoni o di feti mai nati mai dotati del bene della vita,
ho pensato al deserto di certe vite,
al fanatismo senza pensiero,
all'ideologia vuota senza motivazione,
agli encefalogrammi piatti che pur camminano per strada
alla perversione di chi crede nel perpetuamento della vita senza anima.
penso a quanta gente vive senza pensare credendo che la vita si possa sprecare per poi anche lamentarsene.
la vita non si spreca. e' un peccato mortale, che si paga con la propria stessa vita.
penso alle persone senza pelle
-vedete il film di D'Alatri del '94, se lo trovate, merita una serata a casa tenendo accesa la tv per un buon motivo-
che si lasciano trafiggere da un'emozione,
senza difesa dal mondo,
tutto è dentro,
tutto passa il confine della propria anima.
che a volte è gravemente malata e urla per farsi sentire da chi pensa di essere sano.
chi non sa cos'è la sofferenza ha del buon tempo da sprecare dietro a messaggi terroristici di morte.
senza pelle.
senza.
senza opinioni
senza mente
senza sguardo
senza valore
senza
questo è il vero delitto.
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